La lettura della Magna Charta
La
Magna Charta dei diritti umani si esplica a due livelli, cioè su due piani di composizione, ovvero su due sistemazioni strutturali dell’elaborazione mentale.
Il primo livello – espresso nel primo documento – è quello attribuito alla
comprensione e non all’intelletto ed è questa la differenza essenziale che distingue l’aristocratico dall’uomo comune.
Il secondo livello – espresso nel secondo documento – è quello attribuito all’intelletto, conforme alla struttura mentale dell’uomo comune. La lettura di tale documento permette all’uomo di capire il contenuto della
Magna Charta.
La Magna Charta
dei diritti umani
Lealtà,
Gerarchia,
Meritocrazia: queste sono le tre parole-chiave che costituiscono il motto aristocratico.
L’Aristocrazia è fedeltà… fedeltà ai principî di ogni cosa, dell’essere e della sua manifestazione. La manifestazione si esplica nella realizzazione delle cose terrene per il benessere degli individui che devono cogliere e coltivare in sé questo motto aristocratico.
La trasformazione nell’uomo si attua diffondendo tre concetti di natura essenziale,
Lealtà,
Gerarchia,
Meritocrazia. Ciascuno di essi deve essere percepito, in ogni singolo individuo, come natura vivificante, poiché la realizzazione – nell’uomo – di questi tre concetti genera il concetto primario di
Libertà.
Se l’uomo non riassume nella sua interiorità questi tre concetti non potrà mai esprimere e vivere il concetto della
Libertà. È un assioma di leggi su cui è basata l’evoluzione dell’umanità, pertanto il motto aristocratico – costituito dai tre concetti – determina nell’uomo il concetto primario di
Libertà che include il concetto dell’
Eguaglianza, l’eguaglianza tra i popoli. In caso contrario non c’è evoluzione, non c’è via per la
Fratellanza Universale.
La prima parola del motto aristocratico,
Lealtà
Primaria onestà verso se stessi e di conseguenza verso gli altri. Realizzato ciò ci si relaziona con il prossimo… che abbia, però, ottenuto la stessa realizzazione.
La seconda parola del motto aristocratico,
Gerarchia
È il cuore dell’aristocratico. Egli gestisce e valuta i termini della Lealtà. In tal modo egli riesce a modulare e quindi valutare l’onestà di ogni singolo individuo verso di lui.
La terza parola del motto aristocratico,
Meritocrazia
Gli aristocratici, dopo aver valutato il percorso dell’individuo, ovvero l’onestà verso se stesso e di conseguenza verso gli altri, gli attribuiscono dei meriti esplicabili a varÎ livelli.
La Magna Charta
dei diritti umani
Lealtà,
Gerarchia,
Meritocrazia: queste sono le tre parole-chiave che costituiscono il motto aristocratico.
La prima parola del motto aristocratico,
Lealtà
Primaria onestà verso se stessi e di conseguenza verso gli altri. Realizzato ciò ci si relaziona con il prossimo… che abbia, però, ottenuto la stessa realizzazione.
La seconda parola del motto aristocratico,
Gerarchia
È il cuore dell’aristocratico. Egli gestisce e valuta i termini della Lealtà. In tal modo egli riesce a modulare e quindi valutare l’onestà di ogni singolo individuo verso di lui.
La terza parola del motto aristocratico,
Meritocrazia
Gli aristocratici, dopo aver valutato il percorso dell’individuo, ovvero l’onestà verso se stesso e di conseguenza verso gli altri, gli attribuiscono dei meriti esplicabili a varÎ livelli.
L’Aristocrazia è fedeltà… fedeltà ai principî di ogni cosa, dell’essere e della sua manifestazione. La manifestazione si esplica nella realizzazione delle cose terrene per il benessere degli individui che devono cogliere e coltivare in sé questo motto aristocratico.
La trasformazione nell’uomo si attua diffondendo tre concetti di natura essenziale,
Lealtà,
Gerarchia,
Meritocrazia. Ciascuno di essi deve essere percepito, in ogni singolo individuo, come natura vivificante, poiché la realizzazione – nell’uomo – di questi tre concetti genera il concetto primario di
Libertà.
Se l’uomo non riassume nella sua interiorità questi tre concetti non potrà mai esprimere e vivere il concetto della
Libertà. È un assioma di leggi su cui è basata l’evoluzione dell’umanità, pertanto il motto aristocratico – costituito dai tre concetti – determina nell’uomo il concetto primario di
Libertà che include il concetto dell’
Eguaglianza, l’eguaglianza tra i popoli. In caso contrario non c’è evoluzione, non c’è via per la
Fratellanza Universale.
Comunicato Ufficiale di Frank G. Ripel
La fine dell’Unione Massonica Universale
L’U.M.U. (Unione Massonica Universale) rappresentava una delle tre manifestazioni esterne (la Nazione Massonica, l’U.M.U. e Singharia) della vera Tres.
Il 12 dicembre 2010 venni invitato, da varie potenze massoniche confluite nella M.E.A.P.R.M.M., ad accettare il centesimo grado della Massoneria Egiziana. Tale grado rappresenta il vertice della Piramide massonica. Esso fu concepito a Bruxelles, nel 1934, al congresso della F.U.D.O.S.I. (Federazione Universale Dirigente gli Ordini e Società iniziatiche).
Il 19 novembre 2012 accettai di diventare il Capo Internazionale dell’U.M.U. con il grado 100, ma ciò fu un controsenso perché ero già stato riconosciuto, a livello mondiale, con tale grado.
Il 6 maggio 2017 non mi rimase altro da fare che delegittimare l’U.M.U., poiché da un punto di vista formale e storico il titolo di centesimo grado dell’U.M.U. non aveva alcun valore.